RICERCA
I Sanniti d'Abruzzo
Oltre la ricerca sulla cultura
popolare abruzzese nel
progetto artistico “Frammenti”, dove ho trovato e
adoperato nelle composizioni diversi vecchi oggetti assemblandoli
sia
in
pitture
che
in sculture,
ho proseguito lo studio fin
nella
cultura sannitica e
cercato
di carpirne
i valori per
poi tradurli in opere.
Il disegno della doppia spirale nella collana cerimoniale Caracena
Sono
stato attratto soprattutto
dal
segno
a doppia spirale*
usato
dalle donne di quell'epoca
come
decorazione (VII-II sec. a.C.) in
una sorta di 'lunga collana' che
scendeva dal petto fino ai ginocchi. Al
tempo questo
elemento figurativo
era
un vero e proprio "leitmotiv" del territorio,
un
segno di distinzione
e di appartenenza della Aufidena
Caracenorum.
Poi
dalla
storia del Bue
Sacro** a
cui
è seguita quella del
Gladiatore
Sannita***
Nota 1 La
doppia Spirale: questa
linea che si avvolge su se stessa, si ritrova in tutte le culture a
partire dal Neolitico, è legata ai concetti di continuità
ciclica progressiva e a quella di creazione, espresse dalla
rotazione. La doppia spirale potrebbe rappresentare
contemporaneamente Evoluzione e Involuzione, Nascita e Morte, ovvero
l'alternanza e l'equilibrio di due forze contrarie, collegandosi
quindi al significato della ruota e rientrando tra i simboli cosmici.
Nota 2 Il
Bue
Sacro:
ha espresso significati simbolici nella cultura e nella religione di
molti popoli tra cui quella
sannita. Esso
fu
preso a simbolo della forza e dell’audacia dei guerrieri, ma anche
a simbolo dell’umiltà e del sacrificio verso il lavoro. Il
mito narra che i giovani durante il
rituale
della
Primavera
sacra
(Ver
Sacrum)
venissero
mandati via a fondare nuove colonie e città seguendo
il Bue Sacro. Questo
avrebbe segnato l’origine di tutto il Sannio ( Samnium,
regione
storica dell’Italia Meridionale).
Nota 3 Il
Gladiatore Sannita:
era
un gladiatore
che
lottava con un
equipaggiamento
come
quello
di un guerriero del Sannio:
una spada corta (il gladius),
un scudo rettangolare (lo scutum,
poi
copiato e usato dai guerrieri romani),
uno schiniere di
cuoio (l’ocrea)che
proteggeva la gamba
ed un elmo
piumato.
I guerrieri armati in tale modo furono i primi gladiatori della
storia dei
giochi
romani (
ludi gladiatorii).
Essi comparvero a Roma poco dopo la sconfitta del Sannio nel IV
secolo a.C.,
adottati a quanto pare nelle
celebrazioni di vittoria degli alleati di Roma
in
Campania.
Armando gladiatori di basso rango, alla maniera di un nemico vinto, i
romani deridevano i Sanniti
e
gli elementi marziali caratteristici della loro cultura.
Il
gladiatore sannita era piuttosto popolare durante il periodo della
Repubblica
romana.
Ma
quando
il Sannio divenne un alleato e parte integrante dell'Impero
romano
cominciò a sparire dall'arena, probabilmente perché farsene beffe
durante gli spettacoli non era più considerato un comportamento
accettabile.
Tra
i gladiatori sanniti più famosi si ricorda Lucilio I di
Isernia, detto l'Aesernino, che alla fine della carriera divenne
"Doctor" (addestratore di gladiatori). Le sue gesta
nell'arena risalgono al periodo dopo la "Guerra Sociale"
cioè intorno alla metà del I secolo a.C. La sua palestra era a
Capua e, per la concomitanza dei tempi e dei luoghi, non si esclude
che possa essere stato uno degli addestratori di un grande gladiatore
tracio, Spartaco.
2015 op.n.3 Donna sannita con collana a spirale 44x86x18 Leggi nota 1
2015 op.n.4 Il pastore guerriero 45x90,5x21
2024 op.n.28 Il Bue Sacro 34x38x16,5 Leggi nota 2
2024 op.n.27 Il Gladiatore sannita 53,5x63,5x5 Leggi nota 3
2015 op.n.1 e n. 2 'La familia' figure di 45x90x21
2004 Pittura ad olio n. 30 Canto 26x37
2004 Pittura ad olio n.29
Dolmen 26x37
2005 Disegno a china 'Aufidena caracenorum' 21x31
2005 Disegno a china 'Vasi funerari' 31x21
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